Lo stemma insanguinato è un giallo dai contorni ambigui e feroci, dove l’espediente narrativo del romanzo nel romanzo trova una sua nuova e più alta espressione, unendosi all’idea della scrittura come arma e medicina contro i disagi esistenziali: la scena si apre su una dama di antica nobiltà, dal passato doloroso, che si prende cura di due trovatelli. Anni dopo, questo suo disinteressato atto di bontà darà vita ad un’oscura vicenda, che coinvolgerà i due ragazzi ormai adulti e la nipote, strana ed enigmatica figura di donna nella quale nonna e nipote sembrano fondersi in un’unità indissolubile, al di là del tempo e dello spazio.
L’amore e l’odio, il bene e il male, l’ipocrisia più raffinata e la bontà più disarmata e disarmante si contendono la trama, ricca come sempre di colpi di scena che tengono continuamente desta l’attenzione del lettore, quasi incalzandolo a leggere il romanzo tutto d’un fiato; ma, come ogni volta accade nei romanzi di questa eccezionale autrice abruzzese, la trama a ben vedere si svela solo come una montaliana occasione per veicolare un messaggio più profondo e assolutamente imperituro.
Presentazione
[ISBN-978-88-7475-133-4]
Pagg. 112 - € 7,50
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