La vicenda di Felitsa prende le mosse dalla dottrina buddista della metempsicosi, moderno rimedio alla solitudine e alla disillusione dell’uomo moderno, al cui interno si inserisce però anche il secondo farmaco che oggi si offre alla solitudine, quello generato dall’ansia di evasione che spesso porta ad incontri e legami occasionali.
Felitsa, sogno sublime destinato a svanire, tensione ideale mai appagata, diventa simbolo di questa dialettica tra esigenze materiali e spirituali: metafora della felicità mai raggiunta, utilizzerà proprio la sua ultima esistenza per carpire, almeno in forma illusoria e momentanea, quel che le vite precedenti le hanno negato. Alla fine, di lei rimarrà solo il ricordo di chi per una notte l’ha amata con tutto il suo essere, compensandola dei dolori che hanno segnato ogni sua reincarnazione.
Presentazione
[ISBN-88-7475-012-9] - € 6,50
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