L'uomo di carta è un romanzo agile, svelto, disinvolto nella forma, giocato su cambiamenti di fronte e soprattutto imperniato sull’assenza di pace. Fra queste pagine, infatti, la pace non c’è: le vicissitudini dei personaggi che le abitano e l’incalzare degli eventi che vi accadono la negano. L’insieme è mosso da smottamenti e sbandate, né manca di dolore e angoscia.
Per Silvana Cellucci la vita non è un gioco, tantomeno innocente. La magredine umana s’insinua dentro e fuori, sopra e sotto. Anche l’amore è un enigma di ombre e anfratti, di cunicoli e connivenze in bilico tra desiderio e illusione. Senza dimenticare la colpa e la morte, echi di un travaglio esistenziale nutrito da dilemmi e interrogazioni.
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