Memorie perdute è un viaggio stupefacente che si articola in un andirivieni altalenante tra passato, un luminoso e caldo ambiente rassicurante, una sorta di comune età dell’oro, e un presente calmo e riflessivo, in cui il ricordo, la sua evocazione, la sua ricostruzione attraverso il racconto divengono l’attività principale che dona senso e trattiene il giorno che passa, diviene l’oggi, e il futuro.
A un’età matura, in cui la dolcezza della vita è costituita in gran parte da avvenimenti fissati nella memoria, da ricordi che si affacciano prepotenti alla coscienza e richiamano tra lacrime di nostalgia e rimpianto giorni chiari e giocosi, persone ormai scomparse, tradizioni perdute, si oppone quell’epoca vissuta per davvero, l’infanzia, di cui riappare solo la bellezza, la vitalità, l’alacrità delle attività quotidiane alleggerite del peso della materialità, sacralizzate dalla polvere magica depositata dal passare degli anni.
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