Vito Moretti (1949-2019), docente universitario, scrittore e poeta in lingua e in dialetto, ha esordito meno che ventenne, nel 1968. Per i suoi studi ha tenuto incontri culturali in Russia, in Francia e negli Stati Uniti. I suoi versi sono stati tradotti nelle principali lingue europee.
Dopo alcune “plaquettes” (riproposte nel vol. Una terra e l’altra. Ristampe e inediti. 1968-1979, a cura di Massimo Pamio, Pescara, Tracce, 1995), ha pubblicato N’andìca degnetà de fije (ediz. premio, Catanzaro, 1984), La vulundà e li jurne (Roma, Ediz. dell’Ateneo, 1986), Temporalità e altre congetture (Bologna, Cappelli, 1988), Déndre a na storie (Firenze, Editoriale Sette, 1988), Il finito presente (Roma, All’Insegna de «L’Occhiale», 1989), Le prerogative anteriori (Udine, Campanotto, 1992), Da parola a parola (Bari, Laterza, 1994), ’Nanze a la sorte (Venezia, Marsilio, 1999), Di ogni cosa detta (Pescara, Tracce, 2007), L’altrove dei sensi (Lanciano, Carabba, 2007), Con le mani di ieri (ivi, 2009), Luoghi (Chieti, Tabula fati, 2011), La case che nen ze chiude (ivi, 2013), Dal portico dell’angelo (Pescara, Tracce, 2014), Principia (Chieti, Tabula fati, 2015), Le cose (ivi, 2017); postuma la silloge Per altro prodigio (Chieti, Tabula fati, 2021).
Ha pubblicato anche quattro vol. di narrativa: Nel cerchio della tartaruga. Prose, incontri e qualche storia (Chieti, Métis, 1996), La polvere sul cucù (Chieti, Tabula fati, 2012), Il colore dei margini (ivi, 2014) e Il doppio degli sguardi (ivi, 2022); tre romanzi, Le ombre adorne (ivi, 2016), La misura dei passi (ivi, 2019) e La luna sui tetti (ivi, 2019), nonché il volume di prose memoriali Gli anni venuti (ivi, 2018).
I suoi interventi teorici compaiono in V. Moretti, Le ragioni di una scrittura. Dialoghi sul dialetto e sulla poesia contemporanea (a cura di Enrico Di Carlo, Pescara, D’Incecco, 1989).
Nel campo della saggistica, Moretti ha pubblicato numerosi studi sulla cultura dal Settecento al Novecento, con particolare riguardo alle aree del verismo e del decadentismo e a Gabriele d’Annunzio, di cui ha reso noto carteggi e scritti inediti; ha promosso numerosi convegni e seminari sulla letteratura abruzzese e nazionale, con la stampa dei relativi Atti, e ha curato l’edizione critica o la riproposta in volume di opere di vari autori.
Moretti, infine, è stato responsabile di alcune collane editoriali, sia per la scrittura saggistica che per quella creativa.
Per la sua attività di poeta ha ricevuto prestigiosi riconoscimenti (fra cui l’«Acciaiuoli», il «Versilia-Marina di Carrara», il «Tagliacozzo», il «Bari-Magna Graecia», il «Premio Alghero», il «Pisa-Calamaio di Neri», il «Montesilvano», il «Pescara», lo «Scanno», il «Pontremoli», il «Firenze») e lavori monografici redatti da Massimo Pamio (Il filo lungo della parola. Contributi per una lettura di Vito Moretti, Chieti, Vecchio Faggio, 1991), da Vittoriano Esposito (Segni di scrittura. Aspetti e temi della poesia di Vito Moretti, Roma, Bulzoni, 1994), da Dante Cerilli (L’enigma e la forma. Introduzione alla poesia di Vito Moretti, Bari, Laterza, 1995), da Toni Iermano (Nelle più care dispute. Vito Moretti e i suoi trent’anni con la poesia, Roma, Bulzoni, 1998), da Simone Gambacorta (Sotto questo cielo che passa. Ricordo di Vito Moretti, Chieti, Tabula fati, 2019).
La sua bibliografia completa, aggiornata al 2012, compare in Studi offerti a Vito Moretti, a cura di Gianni Oliva, Lanciano, Carabba, 2012, pp. 269-293.
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