La straordinaria vicenda politica vissuta da Nicola Cucullo ha segnato a Chieti il passaggio tra la prima e la seconda Repubblica. Straordinaria non solo perché, dopo la bufera di tangentopoli che travolse anche l'allora amministrazione cittadina, Cucullo venne eletto dopo essersi presentato con un partito, l'allora Msi, che nelle precedenti elezioni riusciva ad eleggere al massimo due consiglieri, ma anche perché restò sindaco della città per ben undici anni, caso unico in Italia.
Accadde, come viene raccontato da Gino Di Tizio, perché venne fatto cadere prima di due anni e mezzo di mandato e quindi poté ripresentarsi ancora candidato sindaco ed essere eletto dal popolo teatino per la terza volta.
Scrive Di Tizio all'inizio del suo documentato lavoro: «Chieti ha più di tremila anni di storia, ne vivesse altri diecimila sono certo che non avrà mai più a gestirne le sorti un personaggio come Nicola Cucullo.» Vale una sintesi efficace di un percorso che nella città teatina ha lasciato orme pesanti, ancora ben presenti e anche oggetto di apprezzamento da parte dei cittadini.
Nel libro ci sono tanti episodi che dimostrano l'intenso rapporto esistito tra Nicola Cucullo e i teatini, ben raccontato, nella prefazione, da personaggi come Giovanni Pace e Fabrizio Di Stefano, che hanno condiviso la parabola umana e politica di Cucullo e ne hanno reso sentita testimonianza.