Non è, e non vuole soprattutto essere un libro di storia, ma una riflessione su come per anni è stato vissuto il racconto del Ventennio fascista, in particolare in una realtà come quella teatina.
Un racconto parziale e falsato che ci ha impedito di fare davvero i conti con la nostra storia e le responsabilità assunte in quel periodo drammatico.
Un esercizio che però è essenziale fare oggi, se davvero si vuole che in futuro non possano più ripetersi forme di prevaricazione di libertà e diritti.
Si parla di una confusione tra storia e agiografia che ha condizionato a lungo il nostro cammino, dopo la fine della guerra: è arrivato il momento di distinguere, ed è lo scopo che questo lavoro si prefigge. Lo si deve soprattutto alle giovani generazioni.