È la storia romanzata, fin troppo vicina alla realtà che ancora si vive nel nostro territorio, di un servitore dello Stato che al centro del suo impegno mette il compito di far sì che davvero i cittadini sentano e apprezzino l'appartenenza alla Nazione.
Per riuscire a dare forza a questo messaggio la prima cosa che fa, da "prefetto di campagna", come ama presentarsi lui stesso, è di aprire le porte della prefettura alla concreta partecipazione delle comunità, così che quel luogo sia davvero inteso come la "casa di tutti". Si trova però di fronte a resistenze da parte di chi gestisce in qualsiasi modo fette di potere, e non vuole, né minimamente apprezza, qualsiasi tipo di apertura che metta in discussione lo stato delle cose.
Il prefetto di campagna non cede di un millimetro e con il quotidiano esempio, grazie anche alla collaborazione della sua squadra, riesce ad avere sempre più tasselli per giungere a una nuova visione della realtà che lo circonda. Un atteggiamento che lo porterà, inevitabilmente allo scontro con chi non vuole che ci siano sconvolgimenti nel rapporto con la comunità, così da mantenere il ruolo e il potere.
Nelle vicende raccontate, si prende atto della forza e della prepotenza di quel "potere", poiché il prefetto stesso ne risente, ma si assiste anche alla sconfitta di quella prepotenza. Il prefetto ha persone che lo sostengono e supportano durante il suo lavoro e tante di più che in seguito, saranno pronte a parlare di lui e del suo operato riconoscendo il suo impegno, chiaro segno che quanto ha arato comincia a dare concreti frutti.