Una raccolta di cinque storie a fumetti in cui sceneggiatore, soggettista e disegnatore coincidono. Storie itineranti legate dalla necessità di interpretare la realtà che ci circonda attraverso gli occhi del vero e dell'ironia, come forma di comprensione della realtà stessa.
Il viaggio prende avvio dall'io dell'autore per attraversare la sua terra natia, in un dialogo tra disegni e parole nella cornice di un Sud visto dalle trivelle, dai paesi terremotati d'amore ma poi abbandonati. Un primo itinerario che approda lì dove il razzismo più surreale sembra dirci che “ogni sud ha il suo sud”.
Sono storie incise nel bianco dell'anima solo con una bic nera, immagini che sembrano riprodurre la rarefazione e il disincanto di chi le osserva. Disegni semplici e penetranti che cercano di dialogare con la coscienza collettiva dell'uomo, dell'uomo presente al suo tempo e al suo spazio, capace di uno sguardo onesto ma all'occorrenza onirico.
E non potrebbe essere diversamente per un uomo, Carulli Massimo, la cui maturazione artistica trae vita da una condizione che non ha aiutato a tirar fuori ciò che si ha dentro, ma obbliga a far uscire solo quello che è impossibile lasciare in profondità.