Non si è mai abbastanza santi a questo mondo, né abbastanza eretici per dichiararsi.
Questa storia di Tùmass è una storia di santità ed eresia, una storia in cui i pensieri eretici sono il vento che sfoglia le pagine del libro poggiato sul sagrato della memoria. Una memoria che si rincorre tra cavalli e pietre scoscese, tra sguardi solidali e silenzi di consapevolezza.
Questa di Tùmass è una storia che fa da sfondo ai nostri giorni intrisi di una religiosità che è propaganda politica, strumento economico che smuove le masse, indottrinamento culturale teso all'addomesticamento e livellamento dell'individuo.
Ed in questa ottica questa storia è un grido alla coscienza di ognuno di noi, un grido che diviene un richiamo a porci delle domande. A trovare nuovi argomenti di indagine.
Nuove prospettive che non guardano più verso l'esterno, sia esso macro che micro. Prospettive che si rivolgono verso il petto, ed ancora più giù, nella profondità della nostra anima. Ma, in fondo a tutte queste storie, questa di Tùmass è una storia per dichiararsi.