«Commissario, hanno ucciso una donna. Lo stesso taglio di Naldi, le stesse modalità. Un luogo appartato, sporco, in periferia, nei pressi della vecchia stazione.»
È così, nell’eco delle parole sgomente dell’ispettore Bonanni, che l’ombra di Marco Naldi, brillante professore di letteratura e serial killer, torna a materializzarsi.
Ma le cose si complicano: al groviglio di pulsioni inconsce di Naldi, il suo emulatore unisce una determinazione spietata e calcolatrice e, via via, un crescente gusto di uccidere che si spiega solo in parte con l’ambizione e lo spirito di rivalsa.
Attraverso gli occhi del commissario Giorgi la narrazione si snoda intorno a vittime che non hanno alcun collegamento apparente fra di loro e a un male assoluto, simboleggiato dal bisturi usato ancora una volta come arma dei delitti.
A rendere avvincente la lettura, uno stile magnetico che a sua volta, proprio come l’incisione di un bisturi, allude con la sua forza e precisione millimetrica senza mai bisogno di descrivere, conducendo il lettore nei recessi più profondi della psiche dei protagonisti.