Nel terzo libro, che conclude la storia di Marco Giordani, il protagonista non abbandona la toga nera che indossa e non mostra cedimenti nel suo impegno di cercare di affermare una giustizia che in tutti i suoi valori sappia sempre andare oltre la parte oscura, troppe volte presente nell'amministrazione della bilancia della Giustizia.
Anche in questa terza e ultima parte sono tanti gli episodi che, nel suo ruolo di Procuratore della Repubblica, è chiamato a vivere e gestire. In questa sua veste si rende ben conto che deve operare in un mondo dove non mancano cedimenti e compromessi, che vanno contro la sua stessa volontà di affermare sempre verità rispondenti a una vera e sostanziale giustizia.
Il rapporto con i suoi superiori, che varia secondo chi si trova a gestire gli uffici, e il potere che essi rappresentano, lo porta alla scelta finale di non arrendersi, ma di continuare a servire la giustizia. Così matura e rinnova, dopo essere tornato nella sua città, in cui aveva iniziato il lungo cammino nella magistratura, il suo forte impegno, sempre indossando la toga ma da un’altra prospettiva. Perché non sia sempre a prevalere la parte oscura di quella toga nelle aule dei tribunali.