Nella scrittura narrativa di Gino Di Tizio prende corpo e si fa orizzonte di osservazione un mondo contemporaneo abitato da tipi umani che si concedono ai loro eroismi e ai loro peccati, alle opportunità d’una scelta e agli accomodi di un destino di sofferenza e di disagio.
Si tratta di un’osservazione oggettiva, ma leggera, lieve, garbata allo stesso tempo, perché l’autore riconosce nei fatti del mondo la misura di un’umanità che – malgrado il dolore – tenta di rimanere ancorata alla parte migliore di sé e della propria natura.
Attraverso questi suoi personaggi, Gino Di Tizio preferisce infatti parlare di creature autentiche, di quelle ordinarie “rivelazioni” che appartengono (anche quando sembrano altro) ai modi dell’esistenza e alle problematiche più del vissuto che dei copioni e delle recite.