Nella Fiume del 1919-1920, governata da D’Annunzio, furti, pirateria,
scazzottature, nudismo, omosessualità, divorzio, adulterio, sesso libero, uso
di droghe sono comuni e, a seconda dei
punti di vista, conquiste o sciagure che
anticipano il ‘68. Questo minuscolo regno della sfrenatezza è dominato dalla
personalità eccentrica ed estetizzante
di un uomo solo: il Comandante.
Sotto la sua guida poetica e distratta prosperano piccoli furfanti e grandi
speculatori, si ordiscono oscure trame
politiche e finanziarie favorite dall’assenza di leggi e di morale. Un uomo
solo si oppone al degrado generale,
un ufficiale dei Carabinieri Reali per
cui legge e fedeltà sono valori assoluti: il capitano Rocco Vadalà. Aiutato,
ma solo fino a un certo punto, da un
giovane sottotenente aristocratico e da
una affascinante spia nordica, il capitano riuscirà a battere il suo acerrimo
nemico. Salverà Fiume dalla truffa
del secolo. Ma il prezzo che il destino
gli chiederà in cambio lo lascerà con il
cuore spezzato. Rocco Vadalà è protagonista di una serie di racconti di cui
il primo è già stato pubblicato da La
Torre dei Venti nell’antologia Enigmi
in camicia nera.