Tredici racconti che tratteggiano la disillusione, il disordine e la solitudine come deriva della postmodernità. Ma anche tredici storie di personaggi che cercano comunque di trarre dal naufragio dei valori dell’umanesimo e dal tramonto della società tradizionale la spinta per una nuova forma di resistenza e di riscatto in nome di un’umanità più vera.
«Tuttavia non voleva cedere al dolore, al disinganno che rende cinici e a quelle idrovore senza nome che le si agitavano dentro e che sembravano volerle risucchiare l’anima. Sapeva che la perturbazione sarebbe passata, che la terra si sarebbe asciugata, che avrebbero potuto bonificare i terreni avvelenati, consolidare le colline con un’opera di rimboschimento, rinforzare gli argini e sanare il fiume. E poi, con la malinconia, si rischia di fare un po’ come la formica vittima del Theridion triste, il ragno che usa appollaiarsi accanto ai formicai dove si limita a sputare della bava in cui l’incauta formica finisce per intrappolarsi da sola ed essere succhiata.»