Periferie scrittorie, rimarginazioni
e ritrosie a sovescio in coda al secolo breve
1986-1995
Appunti, disappunti e… contrappunti (taccuini di note, pro-memoria, osservazioni circa il molteplice fluire e aggrumarsi dell’esistenza sulla lunga coda del secolo breve) porta alla superficie della scrittura quel fertilizzante naturale sovesciato e composito di vissuto personale e vicende fermentate tra gli steccati del quotidiano: microstorie a Vitralia Nugarni, anagramma del nome d’un antico borgo incastonato sugli acclivi della media Valpescara.
I due taccuini iniziali e le tracce ossimoriche e antinomiche della reciproca inversione “predicato/nominalizzazione”, nei titoli (Passando il segno/Segnando il passo), restituiscono per rapidi schizzi gli elementi cruciali del racconto: la trama contraddittoria del disappunto allo svolgersi della realtà, il dettaglio di alcuni temi biografici, l’originalità disadorna della toponomastica. Il terzo, Due metafore a sovescio e due racconti, tra mito, modelli e mutazioni imposte dal volgere delle stagioni, distende le ciglia disincantate e prudenti sull’inoltre del millennio a venire e sull’altrove.
Ma è nella cifra narrativa e stilistica che il contrappunto con-certante del canto dato (appunti e disappunti) si dispiega tanto nel discanto delle riconnessioni per centoni mistilinguistici quanto nei canoni vedutisti dell’anima e dei penetrali del silenzio, tuttora abitati dagli adagi speculari della memoria e dagli esiti visionari e polifonici del narrare.