Da bambino mi sarebbe piaciuto sentir parlare di Vincenzo.
Avrei amato la sua storia, perché
amavo contemplare le stelle in
campagna, dove vivevano i miei
nonnini. Ogni tanto giocavo a
contarle tutte. Volevo tanto un
vitello e mi sembrava un animale molto tenero. Il suo nome
era Giardino e gli piaceva molto
mangiare le margherite.
Mentre aspettavo in un posto della
mia immaginazione Vincenzo
e la sua storia, mia sorella, per
molte notti, mi leggeva una favola su una tigre e un orso, che
erano amici e andavano insieme
a cercare un tesoro per rendersi
conto, alla fine, che non c’è tesoro più grande dell’amicizia.
Anche a Janosh, devo questi fiori. Quando ho dei giorni difficili
leggo il suo libro e ricordo i miei
tesori.
Questo mondo, che tante
volte è così triste e angosciante,
in quei momenti, mi sembra che
possa diventare un posto migliore. Entrambe le cose le abbiamo
imparate di Saint-Exupéry. Credo che nel paese delle favole, il
suo piccolo principe saluti il mio
Vincenzo e gli offra la sua amicizia; sono sicuro che gli prometterebbe di non mangiare mai la
sua rosa e gli farebbe compagnia
per guardare i tramonti.