Perché Enrico VII di Lussemburgo, Imperatore e Re d’Italia, continua a essere pressoché sconosciuto da noi? Eppure Dante assegna alla sua figura un posto ai massimi vertici del Paradiso — e con tanti intellettuali dell’epoca plaudì alla sua discesa in Italia per drizzarla. Scomodo a entrambe le spadroneggianti fazioni guelfe e ghibelline, dopo tre anni di permanenza nel nostro paese Enrico venne neutralizzato e — ancor peggio — sottoposto a una damnatio memoriae che dura tuttora. Riluttanti gli storici italiani, di ieri e di oggi, a restituire all’Alto Arrigo la giusta dimensione morale — e biografica — che merita. Perché quest’omertà? Aveva forse preso un abbaglio, il Padre della lingua italiana?