Le “mie” sette valli corrispondono alle sette tappe da attraversare per trovare il sé, che paradossalmente corrisponde a un suo annullamento o ridimensionamento, ed entrare in sintonia con l'universo. Ecco allora che in questa silloge il viaggio poetico e quello esistenziale si fondono e seguono il medesimo binario della ricerca della verità e della spiritualità in un movimento infinito.
La vita è, del resto, un'esperienza educativa e ogni esperienza è una lezione «che ci impartisce / in silenzio / il Dio della creazione / dell'Universo». Stiamo nel mondo per imparare delle cose e conoscere noi stessi («Così entrai nella valle dell'Unità. / E vidi che non ci sono “molteplicità” al mondo, / ma solo singolarità.»).
Tale processo di autoconoscenza non avviene a seguito di un'intuizione improvvisa, ma salendo precipizi pericolosi ed esplorando gli anfratti dell'anima che resterebbero reconditi se non ci fosse un'immersione totale e uno scavo sincero dentro di noi (il ricercatore / deve sacrificare tutto, / frequentare ogni compagnia / tagliare i legami già costruiti. // La ricerca si fa da soli.).