CELDIT: dal villaggio al museo…
eroicamente alla ricerca della felicità
Presentazione di Giorgio Benvenuto
Ugo Iezzi realizza un illuminante affresco sugli avvenimenti che riguardano la storia della fabbrica [di papà]: s’intrecciano, si sovrappongono, lampeggiano intuizioni, ideali, sentimenti, paure, sogni, ingenuità, aspirazioni, illusioni e delusioni.
Il suo racconto non è una semplice testimonianza. Iezzi scrive pagine di grande potenza narrativa che meritano di essere ricordate nella letteratura sulle vicende spesso amare della industrializzazione del Centro e del Sud Italia.
Con uno stile sobrio, a tratti beffardo, spesso ironico, fa emergere con forza il ruolo dei lavoratori e le battaglie per affermare la dignità delle persone, innanzi a tutto e nonostante tutto. Non ricorre ad una ipocrita retorica né si attarda in una rappresentazione enfatica degli avvenimenti.
C’è invece una vena di struggente malinconia, di affetto, di amore, di forza, di tenerezza, di tenacia. Tutto è scritto con un ritmo incalzante di grande piacevolezza.