«Ciriaco Rodolà giunse a destinazione pressappoco a mezzogiorno. Il posto gli sembrava carino, ordinato. L’aria della campagna era fresca e pulita: si produsse in due profondi respiri e già si sentiva meglio.»
Più che altre mirabili cose quali la felicità, il dolore o persino l’amore, che restano e resteranno comunque sue semplici conseguenze, il movente unico che giustifica migliaia di anni di evoluzione umana è senz’altro l’insoddisfazione. Tutto confluisce in essa ed è attraverso la sua incessante azione che tutto si compie. L’insoddisfazione normalizza ogni vetta raggiunta e rende piatta qualsiasi esistenza, spinge alla ricerca ossessiva di ciò che è migliore.
Questo romanzo racconta la vicenda di Ciriaco Rodolà che, insoddisfatto della propria vita, decide dopo numerosi ripensamenti di trasferirsi in un posto migliore. Ma cos’è, in fondo, un posto migliore se non la superficie su cui poggerà la novella insoddisfazione?