«Per cena dopo la partita mangio il sushi che mia moglie Arabella aveva preso ad un takeaway e la notte sto male: brividi di freddo e tremori. Ingollo una tachipirina, e sudo tantissimo. Il giorno dopo mi sento da schifo, ho ancora freddo. Chiamo il collega Giovanni e il medico della Società chiedendo loro la cortesia di avvisare mister e dirigenza che non ce la faccio ad andare al lavoro perché sto malissimo.»
Questo libro vuol essere un messaggio di conforto e di speranza per tutti coloro che si trovano o che si troveranno a dover affrontare l’ignoto in cui si sprofonda quando viene diagnosticata una leucemia. Un messaggio che incita a reagire e che chiede di combattere con tutte le forze a disposizione per sconfiggere le avversità. Un messaggio che invita a trovare sempre nuove motivazioni perché c’è altro da fare. Una su tutte: Vincere alle Olimpiadi! La morte può aspettare.