Quello di Julio Baghy (1891-1967) è un romanzo semplice ma profondo. Un “romanzetto” (così lo definisce l’autore) ambientato all’indomani della prima guerra mondiale, in Siberia, dove molti prigionieri di guerra attendono di poter rimpatriare. Intanto studiano l’esperanto e scoprono un mondo nuovo, fatto di “comprensione umana”, cultura, amicizia e amore. Il cuore verde (La verda koro) esce nel 1937 ma è sempre attuale, soprattutto in questi tempi in cui la Russia è di nuovo coinvolta in una guerra spietata, stavolta dalla parte dell’oppressore. Cent’anni fa i sentimenti umani erano gli stessi di oggi: nostalgia di casa, sradicamento, speranze in un mondo migliore, senso di solidarietà con i compagni di sventura e… l’amore.
Sicuramente può interessare anche un pubblico non esperantofono: rimane comunque un bel romanzo, con una storia che va al di là delle differenze nazionali e culturali, perché siamo tutti esseri umani e il cuore, verde o di altro colore, è sempre lo stesso.