In questo volume Francesco Saverio Nitti riflette su due stereotipi intramontabili dell’immaginario storico e collettivo: gli eroi e i briganti. Ne mette in evidenza il fatalismo, i limiti e nel contempo, con una pennellata fugace ma profonda, lucida e disincantata, indaga l’uomo, considerandolo ora come “animale sociale”, ora come singolo, rappresentante di sé medesimo, senza però essere avulso dalla collettività.
«Perché l’Italia è la terra degli Eroi?» Chi sono gli eroi? Perché non riusciamo a spiegare la storia senza fare riferimento alle gesta di «uomini provvidenziali»? Per rispondere a queste domande, l’Autore passa in rassegna i concetti di responsabilità individuale, di spirito di solidarietà, di educazione e di formazione.
Dopodiché lumeggia sul fenomeno del brigantaggio post-unitario, ne diversifica le tipologie, per ognuno ne ricerca le cause e, in una rapida successione di tableaux vivants, espone le vicende di alcuni briganti che hanno animato e infervorato le campagne e le città dell’Italia centrale e meridionale (i fratelli Bandiera, Fra Diavolo, Angiolo Duca detto Angiolillo).
Ne viene fuori una storia di dolore, di miseria, di sopraffazione, di persecuzione e di repressione, prendendo coscienza che molte cose sono sì cambiate, ma «abbiamo noi rimosso le cause del male?»