Uomini, donne, adulti, giovani, vecchi, bambini: tutta una varia umanità attraversa questi dodici racconti di Sandro de Nobile, che ci restituiscono lampi di una storia passata, con i suoi slanci ed i suoi scacchi, e di un presente fatto di speranze ed incertezze.
Personaggi allo stesso tempo soli, perché assorti nella contemplazione di sé e dei propri percorsi, ma anche immersi profondamente in un tempo collettivo che li coinvolge e travolge dentro le sue pagine più difficili, dalla guerra all’emigrazione, dagli anni di piombo al caporalato, pagine che li mettono a dura prova.
In questo libro l’autore, pur non rinunciando al gusto per il ribaltamento di senso che era già delle sue prime prove, e pur ribadendo la centralità di una scrittura mai scontata nelle scelte stilistiche e linguistiche fortemente espressive, fa dunque più direttamente i conti con la Storia, con la politica, con la società.
Ne viene fuori un movimento bivalente, in cui alla vocazione alla chiusura nel proprio guscio, spesso fatto di nevrosi e idiosincrasie, corrisponde una altrettanto forte tensione ad uscirne fuori e ad entrare in contatto (per quanto pericoloso possa essere) con il mondo.
Sta tutto qui il gioco di queste storie, nel continuo azzardo sul limite di ciò che è dentro o fuori dal nostro guscio rassicurante, di ciò che sta dentro o fuori le valve in cui troppo facilmente ci nascondiamo e da cui troppo sconsideratamente evadiamo.