«Caro Sandro, ho appena letto i tuoi versi: la tua ispirazione è compatta e forte, sai passare dai prediletti temi del paesaggio e della natura a dichiarazioni di intenti civili più espliciti, interroganti, che io condivido: “L’uomo annega nell’uomo./ Forse per un oscuro sortilegio?/O non piuttosto / per una cieca cupidigia?”. Ti chiedi: dov’è la grazia del mondo, ma lo sai, c’è grazia nella poesia, l’ultima che ci rimane, in quella fanciulla con la fionda e fiori che compare improvvisa in un tuo testo, rendendolo magico e lirico. E poi hai dalla tua la felicità delle descrizioni, che ora si dilatano nella luce ora si sintetizzano nella rituale misura dell’haiku. Un libro da leggere e meditare, nello spirito del tempo dove la pandemia con i suoi vuoti e le sue chiusure fa da sfondo a tutto. E dove lo sguardo più acuto sul pianeta azzurro viene da un Marziano, un alieno, in uno dei testi più distesi e felici del libro.»
[Giuseppe Conte]