Rosetta Clissa è poetessa fornita di delicata ed umanissima pazienza, di un acuto spirito d’osservazione, incline a cogliere in profondo gli aspetti del vissuto, e di un’esigenza di semplicità che la sollecita – malgrado la complessità del mondo – a dire tutto con piccoli toni, con parole a volte sussurrate e lievi, altre volte rese più energiche dal senso del rammarico e dal giudizio di un’anima pura, sorpresa dal fragore insidioso e dalle oscurità inquiete e paludanti dei nostri tempi.
L’universo della poetessa, del resto, è tutta esplicita, dichiarata negli stupori, nelle ansie e nelle attese di una creatura che riesce a scandire – su immagini concrete eppure sottili del paesaggio urbano e naturale – un’apertura di luce, una pacata ed arguta saggezza, un pensiero che chiama a sé ed interroga.
Si tratta, dunque, di una poesia nata sul filo dei giorni e delle emozioni e fattasi, poi, con i passi e i respiri, il gioco medesimo della vita: una ventura del qui e dell’esserci.
In copertina: Pien van der Beek, For the beauty of Malala