Nei racconti di Un faro nella notte, l’uso ridondante, insolito, del congiuntivo e del condizionale conduce il lettore in un orizzonte di fatti, di luoghi e di persone, dove il tempo non è scandito in precisi momenti ma è vissuto in modo continuo. Passato, presente e futuro si fondono nel dispiegarsi della narrazione e la scrittura diventa protagonista assoluta di scenari, emozioni ed evocazioni.
La penna fluttuante dell’io narrante ha scritto un file di luce che viene rintracciato nella Memoria Globale oscura, grande cervello virtuale addormentato della storia degli Universi, che aspetta di risvegliarsi dopo un lunghissimo sonno e dove due esseri cibernetici, metà uomo e metà macchine, X e Y, si addentrano per un viaggio a ritroso della conoscenza. Quel file di luce sarà un faro nella notte dei tempi, un filo di Arianna per orientarsi e per capire l’uomo di mille anni prima.