Ancora nuvole rosse all’orizzonte.
Soldati pronti a combattere e impreparati a morire. Civili in fuga dalla guerra, ma anche amori di donne e madri. E ragazzi senza giochi cresciuti in fretta.
Ognuno di questi racconti ha una storia, un motivo per uscire dall’oblio del tempo. E per farlo ho scelto di accompagnarli con un commento che mi ha obbligato a un’inaspettata introspezione.
Tutto questo per avere il modo di rivivere ancora l’inverno del 1943, e per scrivere di quei giorni, un’ultima volta.