“Solo Dio conosce le nostre sofferenze!”
Antonio Astolfi aveva avuto l’idea di raccontare il suo terribile calvario patito dal 1939 al 1946 durante la campagna d’Africa e la prigionia, attraverso un manoscritto ingiallito o ‘piccoli riassunti’, come li chiamava lui. La sua storia personale, ben circostanziata e delimitata nel tempo e nello spazio, diventa un racconto corale, esperienza universale di tutti i prigionieri di tutte le guerre! Il senso della morte aleggia inquietante sull’intero racconto...
Ma la voce di Antonio oggi riprende fiato e si alza prepotente a rinnovare nel nostro cuore forti emozioni di dolore, di commiserazione, di rabbia e di frustrazione. Dal deserto dove non cresce nulla, se non la speranza di chi lotta per sopravvivere e per poter rivedere i propri cari, gli affetti, il paese amato, vengono sollevati e trasportati quei granellini di sabbia che simboleggiano i poveri cristi travolti dalle vicende superiori della Storia e che legano in un lungo filo il passato al presente.
La voce trascurata ha ripreso a narrare e così a commuovere nel profondo il nipote Daniele Astolfi che ha voluto riannodare le fila del passato in modo che la Storia continui a parlare a coloro che vogliono ascoltarla!