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Gianfranco Contini
RISALIRE IL VENTO
Presentazione di Giacomo D'Angelo
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In questa nuova raccolta di Gianfranco Contini, si avverte subito un cambiamento, un’evoluzione formale, quasi una maturazione dello stile (ripeness is all, come piaceva a Pavese che ammirava il “verso libero whitmaniano”).
Dopo moduli discontinui di ermetismo postmontaliano, il poeta sembra orientarsi verso la discorsività narrativa di ascendenza crepuscolare, o, più vicina nel tempo, verso la “poesia-racconto” di Cesare Pavese, il suo oggettivismo realistico o “virile oggettività”, con la differenza che nel poeta di Lavorare stanca il ductus riempiva “un bisogno, tutto istintivo, di righe lunghe”, mentre in Contini prevale il verso breve, il gusto brachilogico, il testo a struttura informale, l’estenuazione delle convenzioni letterarie.
Inoltre così come Pavese attingeva la sua dimensione narrativa dapprima dalla “rabbiosa passione per Shakespeare e altri elisabettiani” e poi “dagli studi letterari nordamericani”, appare evidente che anche Contini, nel suo piglio a ricavare spunti dal reale e a disporli in modi narrativi, ha presente modelli di scrittori in prosa, a volte di autori del noir, come in Amico smarrito con il raccapricciante finale.
[ISBN-978- 88-7475-165-5]
Pagg. 96 - € 8,00
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