È la fine degli anni Sessanta. Il giovane Luca lascia Roma e raggiunge il padre in Africa, dove l’uomo, un ingegnere, lavora al progetto di una diga all’Asmara per una ditta italiana.
Passare dalla caotica Urbe alla quieta comunità asmarina è gradevole, tanto più che l’autonomia di cui Luca gode è grande. L’università, i compagni di corso e qualche altro incontro rendono curiosa e intrigante la sua permanenza all’Asmara, specialmente quando si imbatte in Giorgia, di cui si innamora, ricambiato. Quell’aprile 1970 racconta la stagione breve del loro amore, delle difficoltà in cui versa, ma parla anche del mondo che cambia, a volte troppo in fretta, e non consente agli individui di adeguare le proprie esistenze al suo ritmo forsennato, alle sue improvvise trasformazioni. Restano i ricordi, che spesso sbiadiscono e scompaiono, celati a volte in una grande busta ingiallita che potrebbe far rievocare le emozioni della giovinezza ormai perduta.