Simile per molti versi a quel lavoro squisitamente sperimentale che nel
panorama italiano è stato Se una notte d’inverno un viaggiatore di Italo
Calvino, il Nueva York a Biella ripropone, con moduli espressivi di grande
originalità, tutte le problematiche connesse e attinenti l’estraniazione, o
meglio l’assoluto disorientamento, dell’uomo moderno.
Ogni figura del lavoro narrativo di La Penna è fortemente strutturata e
stratificata: così il protagonista, un impiegato americano che si è proposto
di aiutare i giovani delinquenti dei sobborghi, così il giovane innamorato
di una commessa "biellese-calabrese-albanese", coacervo di stirpi che solo
un’indagine superficiale può credere assolutamente diverse tra di loro.
Anche le storiche e continue tragedie del mondo albanese vengono ricuperate
in un’ottica sovranazionale e sovrastorica, all’interno di una teorizzazione
cosmica della fratellanza umana.