La Lettera a Marzia non è la giustificazione di un padre che spiega alla figlia le ragioni ideali e morali di una scelta, ma l’atto di accusa contro chi, storico di parte o servile gazzettiere, compie il più vile degli inganni: turbare la coscienza dei giovani, inoculare nel loro animo il dubbio circa le responsabilità dei padri.
Alberto Giovannini insorge contro il “concentrato di vigliaccheria” e i falsi storici che la televisione trasmette… «forse col recondito desiderio di far disprezzare centinaia di padri e di madri dai figli ignari.»