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Lebron
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Quarto uscito da una cucciolata di cinque boxer a pelo fulvo, Lebron Ciocca è l’unico nato con il manto bianco.
Questa particolarità segna in modo indelebile la sua indole, da subito sospettosa e disincantata, soprattutto
nei confronti del sesso femminile. A tre mesi va a vivere dalla famiglia Ciocca rivelando, con questa sua scelta,
uno spiccato senso di adattamento alle sventure e una predisposizione allo stoicismo allorché Luigi, figlio unico
della famiglia, decide di chiamarlo Lebron in omaggio a LeBron James campione di basket e suo idolo.
Il suo primo incontro con la letteratura avviene da giovanissimo quando, trovata socchiusa la porta dello
studio di Sabatino, il capofamiglia, divora I nostri antenati di Calvino.
La frequentazione in casa Ciocca di artisti, letterati e poeti spinge Lebron a coltivare con profitto lo yoga,
in particolare le tecniche dell’autocontrollo prima e successivamente dell’astrazione. Decide allora di dedicarsi
alla letteratura di viaggio ma ne ricava da subito la convinzione che la disciplina ascetica da appartamento sia
l’unica via salvifica. Questa acquisita filosofia esistenziale trova casa nella sua opera prima I polli sognano le
aie.
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