La poesia è vita, la vita non è una poesia. Non esistono ricette per l’esistenza, la vita consuma ed essa stessa si consuma attraverso eventi, occasioni, fatti, a volte propizi e fortunati e altre volte soverchianti e sfavorevoli. Le scelte o anche le mancate decisioni, in ogni ambito umano, avvengono in un quadro preesistente di rapporti oggettivi in cui si misurano i margini soggettivi.
Del resto, non è solo la propria vita che si vive, ma una vita tra le vite in cui l’elemento sociale è determinante, non solo in ultima istanza. Questo vale anche per le emozioni, che sono sì nostre, ma che proviamo quando siamo a contatto con gli altri e con essi costruiamo relazioni. Ecco il significato precipuo della convivenza nella sfera sia intima, sia collettiva.
Gioia o sofferenza, amore o dolore, ogni umana situazione scorre nel flusso vitale e costituisce il tratto caratteristico che accomuna tutti, senza però sopprimere l’individualità dei singoli e differenziandone i destini a cui comunque è riservata la medesima sorte. E solo allora, afferma La Grassa, saremo veramente tutti uguali.
