L’amore è vita, la guerra è morte.
Due estremi del percorso umano. Se
invece di divergere convergono, quale
reazione alchemica si scatena?
Prendiamo Antonio Salimbeni. Sottufficiale alla scuola di artiglieria aerea
di Nettuno, non ha ancora vent’anni
quando, in licenza nella sua Padova, conosce e si innamora di Carla, mannequin
di sartoria. Amore a prima vista, ricambiato. Ma Mussolini dichiara la guerra,
e Antonio è chiamato alle armi.
Racconta l’epopea del soldato e la
vertigine dei pensieri dell’innamorato, il suo disperato tentativo di dare
un senso ai propri gesti, di trovarsi un
ruolo nello sterminato scacchiere dove
amore e guerra giocano la partita a eliminazione diretta.
Viene ricostruito un mondo e il suo
sgretolamento sotto le bombe, e insieme la tenace incoscienza di chi non si
rassegna e guarda avanti, come Antonio e Carla. Ci appassioniamo alla loro
storia, che sentiamo palpitare di verità,
tifiamo per loro, che rischiano la vita
pur di vedersi, di amarsi, aggrappati
all’unica parola che nello sfacelo di
case e pensieri sembra avere un senso:
futuro.
Mentre tornano a sibilare venti di
guerra, di molte guerre, L’amore va
alla guerra va letto come monito e testimonianza di una generazione che ha
saputo opporre amore e ragione alla
barbarie.