Il Presidente Napolitano lo accolse freddamente.
«Ho saputo della votazione... La situazione del Paese è alle strette. La crisi economica è grave. Il popolo si lamenta!»
«Sono qui a rassegnare le mie dimissioni, Presidente...»
«Bene. Avete seguito la via della ragionevolezza!»
[…]
La sera del 25 luglio, in un’atmosfera surreale e di attesa, ci fu un intervento di Napolitano a reti unificate. Il Presidente si appellò alle virtù civiche degli italiani e invitò tutti alla calma. Disse che, vista la gravissima situazione d’emergenza e sentito il parere delle forze politiche anti-berlusconiane, aveva incaricato il Presidente della Camera Finoglio di costituire un nuovo governo di unità e salvezza nazionale.
Il brano succitato, scritto dall’Autore nell’estate del 2010, pare uscire dai retroscena di cui recentemente la stampa nazionale è piena, dopo le rivelazioni di Alan Friedman sul “golpe” ordito da Napolitano & Co., ai danni di Berlusconi.
Ma questa raccolta di storie, lungi dal voler essere un libro di indagine o analisi, è nato nelle intenzioni dell’A. come divertissement di satira politica. Ne scaturiscono dunque, una serie di racconti scorretti che vanno dritti in rotta di collisione con il Pensiero Unico Politicamente Corretto, il nuovo mostro partorito dal totalitarismo, che ingabbia non più i corpi, ma le menti e il libero pensiero, in recinti non più delimitati da filo spinato o obsolete sbarre, ma da fili invisibili che nascono dai nostri sensi di colpa abilmente sollecitati dall‘esterno. Una puntura di spillo dunque, al Buonismo, ideologia terminale del Progressismo.
Un vecchio adagio recita: “le vie dell’Inferno sono lastricate di buone intenzioni”. Quelle che portano all’inferno in terra, oltre che di buone intenzioni sono lastricate di utopie, menzogne ed inganni. L’A. ci invita a disselciarle e a renderle impraticabili. Come? Anche ridendo.