I racconti proposti in questa antologia, oltre a dispiegare un ventaglio di nomi di autori illustri della letteratura italiana del Novecento – da Tarchetti a Dossi, da De Marchi a Fogazzaro – descrivono un viaggio, un’esperienza che, varcati i confini del mistero, ci fanno entrare in un’altra dimensione: quella dell’invisibile e in qualche misura dell’inspiegabile e per ciò stesso incomprensibile.
Il punto di partenza è un certo momento o fatto della realtà che, in una data localizzazione spazio-temporale, che talvolta affonda le radici nel florido patrimonio di leggende popolari, subisce un’alterazione, creando un’atmosfera di suspense, timore e claustrofobica inquietudine, per stemperarsi infine nell’ironia e nell’humour.
La narrativa fantastica, tutta da (ri)scoprire nella nostra epoca postmoderna, privilegia sì la percezione del sovrasensibile, ma essa è ben lungi dall’irrazionalismo e dalla superstizione.
Si tratta non già di un bisogno di fiaba, quanto piuttosto di una sorta di operazione di disvelamento, finalizzata a dimostrare l’identità tra la realtà notturna e quella diurna e a riflettere la “doppia” vita che è in ciascuno di noi: l’una temporale e reale (lo stato di veglia) e l’altra eterna e spirituale (lo stato di sogno). È altresì una «sete d’avventura», di quel particolare quid che – parafrasando Massimo Bontempelli – dia alla nostra vita quotidiana il colore del miracolo e conferisca un tratto straordinario alla piatta ordinarietà della normalità.