«Qualcuno ha scritto «c’è chi nasce
con la valigia...» ma certamente a chi
tocca lo sa solo dopo.
Gherardo non sapeva che lui sarebbe stato «con la valigia (spazzolino, ra-
soio e libro mai letto)», quando ha iniziato con la vela: certo che la sua scelta
era già fatta e che il mare lo aveva già
chiamato.
Leggere il corso della sua vita mi
fa capire che quando ha messo i piedi
sulla barca il suo destino era segnato.
Ha fatto “la valigia” prima per la vela
poi per le navi militari e di seguito per
il lavoro.
La sua vita in mare. Il mare con tutte
le sue variabili che rendono tutto più
difficile e a volte impossibile. Avrebbe
potuto vivere tranquillo e beato a Venezia, dove è nato, con un lavoro sedentario infiorato con uscite in barca a vela
e raccontare ai suoi amici del Club di
qualche avventura “caprerina”. Invece
l’Accademia Navale e la Marina lo hanno chiamato e da lì l’impegno di lavoro
su navi di qualsiasi tipo e problemi in
mare e a terra, in paesi a volte ostili che
l’hanno coinvolto in operazioni molte
volte pericolose; ha tirato fuori le doti
che la natura gli ha fornito: coraggio,
intraprendenza, il saper decidere tempestivamente e un po’ di fortuna che lo
hanno fatto diventare un factotum per
risolvere situazioni a volte vitali per sé
e per il lavoro.
E i racconti agli amici del Club sono
diventati un libro.»