Che cos’è il sogno?
Sappiamo che durante il sonno ci sono degli stadi
che accompagnano la persona dalla fase dell’addormentamento al sonno profondo in cui gli occhi
iniziano a muoversi rapidamente e i muscoli del
corpo si bloccano, è la fase REM (rapid eye movement). Secondo i ricercatori è questa la fase del sonno in cui avvengono i sogni nitidi che riusciamo a
ricordare. C’è una seconda fase che è denominata
N-REM in quanto il movimento oculare è assente e
i sogni sono rari e poco nitidi.
Nel libro descrivo lo sviluppo della struttura del sogno dall’inizio della vita uterina all’età adulta con
interessanti esempi di soggetti che hanno subito lesioni cerebrali o che sono non vedenti.
Difficilmente troviamo sogni che esprimono episodi coerenti, normalmente la loro struttura è composta da frammenti di memoria con personaggi a volte
originali o sconosciuti.
Diversi autori sottolineano la specificità del sogno
legata a quel sognatore e il lavoro è sempre rivolto a
conoscere il messaggio profondo in esso contenuto
indipendentemente dal tipo di approccio utilizzato.
E quando non ricordiamo i sogni?
Secondo i ricercatori sogniamo circa per un’ora e
mezza o due ogni notte di otto ore, ma molte persone non ricordano i loro sogni. È vero che ci sono
individui che sognano di più rispetto ad altri e che
un problema affettivo o lavorativo può influire sul
ricordo del sogno, ma Perls dice che chi non li ricorda è colui che non vuole aff rontare la propria esistenza, significa che ha bisogno di non cambiare ciò
che lo fa soffrire nella vita diurna.
In questo libro riporto quattro sogni, due sono legati al contatto positivo e negativo con l’altro e due
all’adattamento appreso nella famiglia di origine o
nell’ambiente lavorativo. Adattamento che imprigiona o snatura il sognatore.