Racchiuso nell’arco temporale che va dal 30 giugno al 14 novembre 1914, ovvero nel momento in cui l’Italia è ancora neutrale, Il romanzo della guerra nell’anno 1914 è costruito con materiali diversi: dalla prosa al diario, dal resoconto alla forma dialogica, alla riflessione storica.
L’Autore scrive pagine intime e toccanti di un pezzo fondamentale della nostra storia. In esse registra non già la sequenza di eventi diplomatico-militari e politici, ma il turbinio dei sentimenti più segreti degli individui, traumaticamente consci della straordinarietà di quanto sta accadendo e che ben si riflette nella varietà delle situazioni, delle discussioni e delle figure di volta in volta incontrate.
Per Panzini non ci sono dubbi: che l’Italia entri in guerra oppure no, l’unità nazionale è ormai fortemente compromessa e prossima alla rottura.
Con tono medio e cordialmente espositivo, ironico e auto-ironico nel contempo, lo scrittore romagnolo assume una posizione esterna rispetto alla guerra. Per la professione, per la cultura, nonché per l’età, approfitta egli del privilegio di chi può guardare i fatti con obiettività, senza esserne direttamente colpito e di riportarli come voce fuori campo. Il romanzo della guerra nell’anno 1914 costituisce un prezioso documento, una testimonianza efficace e indispensabile per conoscere e capire le idee, le posizioni e le situazioni dell’Italia nelle settimane successive all’attentato di Sarajevo.