Una Essenza straordinaria che ho chiamato “Anemone”, di notte si accostava al mio letto, sempre alle tre, proprio come i giudici infernali: Eaco, Minosse e Radamanto; ma anche come le tre classi sociali dello zoroastrismo: i preti, i guerrieri e i lavoratori.
Anemone, delicatamente mi toccava una spalla, svegliandomi. Poi mi accompagnava al mio studio e restava accanto a me imponendomi di seguirla, con la scrittura, in un viaggio che mi sprofondava, come in un sogno, in avvenimenti di un lontano passato senza dimenticarmi nel presente, sempre cosciente che il mio narrare non era affatto spurio.
In quel luogo benedetto da Dio, San Giovanni in Venere, Fossacesia (Chieti), ho incontrato religiosi venerandi, buoni, pii e in sentore di beatitudine; religiosi gabbamondo, violenti e goderecci delle violenze fatte subire al prossimo; altri ancora, omosessuali.
Cị fino a quando: “... Mi stavo rendendo conto che ero in procinto di tornare alle mie questioni da risolvere e nel contempo non desideravo assolutamente che la improvvisa circostanza straordinaria che avevo attraversato scomparisse...”