Un’autoantologia poetica è l’autobiografia di un artista, della sua capacità di trasfigurare la nuda vita nei versi, nelle immagini e nel canto. A chi commenta tocca il compito di analizzare la complessità dell’emozione, di ricucire i lembi degli strappi che nell’arte e nella vita del poeta si sono verificati, di chiedersi come e se l’atto di parola si fa voce, soffio vitale, piuttosto che elencare bibliografie e misurare severamente la perfezione del verso. Ricchissima di temi e di spunti di riflessione, questa antologia di Mauro Macario palpita di bellezza e di vita e più che una semplice prefazione richiederebbe uno studio completo, che sappia rendere giustizia a un Autore così versatile, al suo talento, alla sua parola, quella che in ogni poeta ha una sua unicità.
Mauro Macario ha fatto del nomadismo artistico la cifra della sua vita. Figlio d’arte – basti ricordare suo padre, il famoso attore comico, Erminio Macario – grazie alla brillante carriera paterna ha vissuto in un ambiente stimolante, e di quel privilegio ha restituito con dovizia i doni.