Questo nuovo libro, che giunge dopo un lungo esercizio di Assetta nella pratica della scrittura e nella passione del dialetto, mette insieme gli aspetti più propri e più autentici di un sentimento del reale in cui il poeta vede specchiarsi e prendere consistenza sia i depositi tumultuosi della storia, del progresso civile e dei mutamenti sociali, sia i viaggi nelle grandi idealità, le escursioni nei princìpi che non vanno mai rinnegati, le traversate lente o burrascose nei territori dove ognuno semina e conserva i frutti di sé e delle proprie blandizie, i garbi e le lusinghe, le irritazioni e i rimbrotti che si accompagnano al nostro essere nel mondo, ai fogli del nostro quotidiano calendario di usi e di cammini.
Nella raccolta prendono voce, così, e si depositano, il buono e il male che l’osservazione del poeta vede scorrere nei quadranti del vissuto, le cicatrici ancora infiammate di controversie e resistenze che hanno inciso l’anima, i segni distintivi riproposti al cuore e alla mente per sciogliere i passi e superare gli intoppi e le approssimazioni, i geli del compromesso, i contagi dell’incoerenza.
Il poeta sa, del resto, che scrivere versi è anche un impegno di verità, un tracciare sentieri in cui altri possano congetturare, un provvedere orme ed impronte per giungere ai varchi dell’esistenza, ai passaggi che fanno crescere e che consentono di scrutare sempre il cuore delle cose, il bello di ciascun essere.