Otto studiosi vengono riuniti in una non meglio precisata Accademia, prima “residenziale” e poi trasferita in un monastero, con il compito di compilare un dizionario enciclopedico, che sembrerebbe abbracciare diverse discipline.
Quello che sembra un ambiente quasi alberghiero si trasforma a poco a poco in una sorta di oscura prigione segnata da curiosi particolari in apparenza insignificanti e obblighi di cui non si conosce la ragione: non farsi visite in camera, tenere un diario giornaliero, ecc. In questa atmosfera claustrale il non detto diventa gradualmente protagonista assoluto.
Nella vicenda s’insinua la possibilità di un colossale inganno e prende corpo il sospetto di una “destinazione” che l’impresa non sembra giustificare. Al lettore non resta che lasciarsi coinvolgere dalla suspence della storia, scandita in tre parti, e seguire il protagonista fino all’inquietante e “kafkiano” finale.