Con questo suo secondo libro ambientato in Istria, l’autore narra da testimone l’immensa tragedia che colpì le popolazioni istriane, fiumane e dalmate dopo l’8 Settembre 1943.
Con il terrore instaurato dalle milizie slave del comunista Tito in combutta con i partigiani comunisti italiani loro alleati, per non finire in fondo alle foibe, furono obbligate ad abbandonare le case e le terre da sempre italiane, rifugiandosi in Italia.
Le persone rastrellate e sequestrate, titolari di nomi e cognomi italiani, avevano il destino segnato, finendo in fondo alle foibe.
Mentre nel primo libro, Italia ingrata, i vari soggetti a turno diventano primattori, nel secondo il protagonista principale è Francesco, padre dell’autore.