Patrizia Tocci è una maga. Non solo una talentuosa romanziera, poetessa, giornalista, fotografa, docente.
Per averne conferma basta scorrere questi Carboncini i quali, nella varietà di temi trattati, presentano una caratteristica comune: sono percorsi dal sacro fuoco dell’ispirazione e dell’esigenza di riversare su pagina — all’istante, senza filtri — il pensiero, la riflessione, il ricordo, il momento di commozione.
È questo che fa muovere la maga nel suo antro, dove è intenta, in modo insonne, a distillare inattese alchimie ed a sperimentare formule d’evocazione di realtà parallele. Ars longa vita brevis, potrebbe essere l’esergo dei carboni che si fanno braci al suo tocco.
Il carboncino è un piccolo cilindro di carbone, usato per disegnare velocemente, sfumare disegni, schizzi, ritratti, paesaggi: ognuno ha un suo tono cromatico singolo, ma è proprio l’arcobaleno collettivo che ne nasce — il rammendo che si crea tra l’ uno e l’altro — ad affascinare, a stupire. Un piccolo zibaldone, a cuore aperto.
I 99 Carboncini sono stati pubblicati per più anni, e con cadenza settimanale, sul quotidiano abruzzese “Il Centro” con cui la scrittrice collabora.