Attraverso l’aforisma, genere che vanta una lunga e consolidata tradizione letteraria, l’Autore ci porta all’avventura in un mondo che è sì ironico, ma nel contempo offre spunti di riflessione, tenendoci sempre in precario equilibrio tra la finzione e la verità, tra il malessere e la sapienza «che si manifesta in momenti di estrema lucidità».
Immortalando, dunque, con la trascrizione «ciò che avrei potuto dimenticare,/ ciò che avrei potuto rendere a voi», egli predispone a guardare sé stessi e gli altri senza infingimenti, né veli, né illusioni di qualsivoglia natura: «Lascia andare l’ostinazione./ Permetti all’essenza di venire a galla, e vestila con gusto», pur nella consapevolezza che nell’uomo, oltre alle virtù, ci sono i difetti e i vizi di sempre.