Il tentativo di recupero della scienza e dell’Arte degli Antichi (al di fuori di qualsiasi bucolico “rimpianto” su quanto fosse bello il mondo dei nostri avi) anima questi articoli comparsi su varie testate giornalistiche e alcuni inediti in questo testo di Dalmazio Frau.
L’oggettiva precipitazione nella volgarità e nella celebrazione del provvisorio e del contemporaneo a tutti i costi, caratterizza la nostra epoca di profonda barbarie animica e d’autentica cacofonia spirituale.
È incredibile come l’Italia sia riuscita a diventare la capofila di abomini “artistici” d’ogni genere, dimenticando di essere il più straordinario e grande museo vivente, animato dalla memoria di millenni di storia, di religiosità e di civiltà in ogni centimetro quadrato del suo territorio.
In un mondo affogato in un caos etico, spirituale, psichico ed estetico, non può nascere un’arte che non sia, essa stessa, uno sfacelo. L’immagine assai dinamica e quasi “giornalistica” che ce ne dà questo libro, oltre a servire quale denuncia delle innumerevoli abiezioni perpetrate con la connivenza (e con l’ignoranza) della politica, auspica soluzioni che non sono affatto irraggiungibili, ma richiedono un passo eroico e gigantesco, incommensurabile: ricominciare dall’educazione, anzi, dalla cultura.